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Via della Volta

Uno dei portoni di accesso al ghetto ebraico

Via della Volta. Fototeca biblioteca Panizzi, foto Ars, fondo Ivano Burani. Reggio Emilia 1940

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Dalla segregazione del ghetto reggiano, chiuso da sette portoni nel 1671, fino alla sua abolizione con l’arrivo delle truppe francesi e alle tragiche vicende del Novecento, la comunità ebraica di Reggio Emilia attraversa secoli di isolamento, integrazione difficile e persecuzione, lasciando un segno profondo nella storia della città.

Via della Volta. Fototeca biblioteca Panizzi, foto Ars, fondo Ivano Burani. Reggio Emilia 1940

Via della Volta. Fototeca Istoreco, foto Andrea mainardi. Reggio Emilia 2024

La volta all’inizio della via suggerisce la disposizione dei portoni che chiudevano il ghetto reggiano dal 1671 al 1796. Per garantire la segregazione, si installano sette portoni: quattro lungo la via Emilia, due sul lato nord e uno verso la chiesa di San Rocco. Diventa un quartiere di residenza obbligata, con quattro strade parallele che formano isolati lunghi e stretti, soffocati da case che limitano luce e circolazione d’aria.

Durante il giorno, a portoni aperti, gli abitanti possono transitare lungo la via Emilia portando un segno giallo o arancione, mentre di notte via San Rocco rimane l’unico collegamento tra le strade del ghetto.

Quando nell’agosto 1796 le milizie francesi arrivano a Reggio, portando con sé le idee di libertà, uguaglianza e fraternità, la Comunità ebraica reagisce con cautela. Dopo varie trattative, il 18 ottobre i portoni del ghetto vengono infine abbattuti. Tuttavia, con il Congresso di Vienna del 1815 e il ritorno del duca Francesco IV, il ghetto è legalmente ripristinato con un decreto del 28 agosto 1814, e rimane fino ai Moti risorgimentali del 1859.

Per secoli, la comunità ebraica di Reggio conta tra le 800 e le 900 persone, a fronte di una popolazione complessiva che cresce da circa 15.000 nel 1671 a 50.000 nel 1861. In seguito, l’assimilazione e l’emigrazione verso città più industrializzate causano una progressiva riduzione della comunità, già in declino prima delle persecuzioni naziste.

Via della Volta. Fototeca biblioteca Panizzi, raccolta Regiensia – vol. XIII. Reggio Emilia 1900 ca. 

02 via della volta tagliata

Via della Volta. Fototeca biblioteca Panizzi, raccolta Regiensia – vol. XIII. Reggio Emilia 1888 - 1889 


Nel 1924, l’ultimo rabbino di Reggio, Armando Sorani, lascia la città per trasferirsi a Ferrara, segnando il declino dell’autonomia della comunità ebraica reggiana, che nel 1931 viene incorporata in quella di Modena a seguito della legge Falco. Poi arriva il colpo finale: le leggi razziali fasciste del 1938 e, nel 1943, le deportazioni durante l’occupazione nazista portano alla distruzione della comunità.

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