È un cimitero privato di proprietà degli Ariboni, un nucleo consistente di un centinaio di appartenenti alla nazione portoghese che arrivano a Reggio Emilia a fine marzo 1652 da Amburgo e Hannover.
Il motivo dell'invito da parte duca Francesco I ai mercanti della nazione spagnola e portoghese è l’intenzione di sprovincializzare Reggio e di aumentare i commerci utili allo Stato, inserendola attraverso la colonia sefardita in una rete commerciale europea già consolidatasi fra Amsterdam, Amburgo, Venezia fino a Costantinopoli.
La permanenza degli ebrei sefarditi a Reggio veniva regolata direttamente con le autorità dello Stato. In un documento custodito presso l'Archivio di Stato si legge una vera e propria convenzione di otto pagine scritte in portoghese.
Oltre agli aspetti religiosi e giuridici, si stabiliscono le regole circa l'assistenza agli ammalati, l'acquisto di terreno, le provvidenze per orfani e per le sepolture. Seguono 20 firme di altrettanti capi famiglia.
Dalla Germania si sono portati anche uno scritto per documentare a quali condizioni essi avrebbero potuto continuare a rimanere al nord.
Editto di Granada che sancisce la cacciata degli ebrei dalla Spagna con le firme di Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia. Archivio municipale di Ávila, 31 marzo 1492