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Macello comunale

Alimentazione e riti della tradizione ebraica

Macello comunale. Fototeca Biblioteca Panizzi, foto Roberto Sevardi. Reggio Emilia 1900 ca. 

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Un macello all’avanguardia e le regole della casherut raccontano l’intreccio tra economia locale e tradizione ebraica. Nel secondo dopoguerra, Salomone Ottolenghi diventa il custode di questi riti antichi, la cui voce risuona ancora grazie a preziose registrazioni del 1954.

Macello comunale. Fototeca Biblioteca Panizzi, foto Roberto Sevardi. Reggio Emilia 1900 ca.

Luogo in cui sorgeva il macello Comunale visto dalla circonvallazione. Fototeca Istoreco, foto Andrea Mainardi, Reggio Emilia 2024

Lo stabilimento frigorifero. Polo archivistico del Comune di Reggio Emilia, disegni e planimetrie n. 1877-1878, Reggio Emilia 1903 

A metà Ottocento, per rispondere alle nuove normative igienico-sanitarie, viene costruito il macello cittadino, un edificio all’avanguardia per l’epoca. Dal 1903, la struttura si arricchisce con celle frigorifere, utilizzate per la cosiddetta “fabbrica del ghiaccio”, e un sistema di scarico dei rifiuti che sfrutta il vicino canale cittadino. 

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Macello comunale. Fototeca biblioteca Panizzi, foto Renzo Vaiani. Reggio Emilia 1920 


La bellezza e la cura architettonica dell’edificio testimoniano indirettamente l’importanza che l’allevamento e la trasformazione dei prodotti animali hanno sempre avuto nell’economia della città e della sua provincia. 

La casherut rappresenta l’insieme delle regole alimentari ebraiche, derivanti da prescrizioni bibliche, che definiscono ciò che gli ebrei possono mangiare e le condizioni da rispettare. Anche la carne deve essere trattata secondo un metodo di macellazione specifico, che risponde a rigorosi principi igienici e spirituali. Questo procedimento viene eseguito esclusivamente da uno shocḥet, un “macellaio rituale”. Nel secondo dopoguerra, Salomone Ottolenghi emerge come figura centrale per l’esigua comunità ebraica locale, preservandone le tradizioni e i riti. Ottolenghi ricopre il doppio ruolo di hazan “cantore rituale”, officiando le preghiere dello Shabbat, e di macellaio rituale, come ricorda la lapide sulla sua tomba nel cimitero di via della Canalina.

Tomba di Salomone Ottolenghi nel cimitero di via della Canalina. Fototeca Istoreco, foto Andrea Mainardi, Reggio Emilia 2024 

Lettura Megillat Ester di Salomone Ottolenghi.

Audio da jewishitalianmusic.org

Grazie a registrazioni realizzate nel 1954, due anni prima della sua scomparsa, possiamo ancora ascoltare la voce di Ottolenghi mentre legge e canta alcuni testi biblici, un prezioso frammento di memoria storica e culturale.

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