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Tipografia di Anania Coen

La culla della cultura ebraica reggiana

Saffa Achad ossia vocabolario ebraico – italiano delle voci del testo Misnico dal Rabbino Anania Coen di Reggio, 1822. Biblioteca Panizzi, Misc. Regg. 12-7. Fototeca Istoreco, foto Andrea Mainardi, Reggio Emilia 2024 

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Fra il 1806 e il 1824, Anania Coen pubblicò a Reggio Emilia, nella tipografia posta nel ghetto ebraico, ben 44 edizioni in lingua ebraica e circa altrettante in italiano e in altre lingue.

Saffa Achad ossia vocabolario ebraico – italiano delle voci del testo Misnico dal Rabbino Anania Coen di Reggio, 1822. Biblioteca Panizzi, Misc. Regg. 12-7. Fototeca Istoreco, foto Andrea Mainardi, Reggio Emilia 2024 

Veduta su via San Rocco angolo via della Volta e via Caggiati, luogo in cui sorgeva la tipografia di Anania Coen. Fototeca Istoreco, foto Andrea Mainardi, Reggio Emilia 2024

Ruach Hadascià versificationis Hebraicae, 1822. Biblioteca Panizzi, Misc. Regg. 12-7. Fototeca Istoreco, Foto Andrea Mainardi, Reggio Emilia 2024 

A Reggio Emilia, la famiglia Coen è presente fin dal 1669, anno in cui un decreto ducale istituisce il ghetto cittadino. In questo contesto politico e culturale nasce, il 18 novembre 1757, Anania Coen. Dedito agli studi, si forma sotto la guida di tre eminenti rabbini reggiani: Israel Biniamin Bassani, il suo successore Yesa’yah Chaim Carmi e Simson Nachmani.
Dopo aver sposato Smeralda Finzi a Carpi, Coen torna a Reggio Emilia e, nel 1795, avvia una propria attività editoriale. Lavora in modo artigianale, utilizzando un torchio installato nella sua abitazione situata nel ghetto nella casa della famiglia Carmi prima della costruzione dell’attuale Palazzo Carmi.
Come editore, Coen dimostra grande attenzione alla qualità delle sue pubblicazioni, curate nei minimi dettagli sia nella veste grafica che nei contenuti. Si dedica principalmente a opere sulla poesia, le tecniche di versificazione, la retorica, la grammatica e la lingua ebraica.

Nel 1796 le truppe napoleoniche provocano la cacciata degli Este e termina la reclusione nel ghetto. Segue, quindi, un periodo di emancipazione e libertà per la comunità ebraica. Nel 1814, però, a seguito della cosiddetta Restaurazione, gli Este rientrano nei loro possedimenti e ripristinano anche l’istituzione del ghetto. In quest’anno, a scopi diplomatici, Coen compone poesie in ebraico in onore del duca Francesco IV d’Austria-Este. 

Poesie ebraiche colla versione italiana umiliate a sua altezza reale Francesco IV, 1814. Biblioteca Panizzi, Misc. Regg. 12-1

03 progetto casa orfani ebrei

Progetto per erigere in Reggio una casa di educazione per alcuni giovinetti ebrei, 1806. Biblioteca Panizzi, misc. Regg. 8-A-203. Fototeca istoreco, foto Andrea Mainardi, Reggio Emilia 2024 


Nel 1806 fonda una scuola in cui assume il doppio ruolo di insegnante e direttore. Redige un ambizioso Progetto per erigere in Reggio una casa di educazione per alcuni giovinetti ebrei, destinata a circa 36 ragazzi tra i 7 e i 12 anni. I limiti anagrafici sono dettati, il primo, dalla necessità che sapessero già leggere in modo spedito e il secondo dal fatto che fossero in istato di ricevere qualche impressioni di civiltà, e morigeratezza, che esige una tale unione, il che difficilmente può riuscire in chi ha già precorsa una carriera troppo libera sulle pubbliche strade.

Il programma educativo, articolato in 20 punti, prevede lo studio dei Testi Sacri, dei riti e della lingua ebraica, con particolare attenzione alla grammatica ebraica onde conoscano con vero ordine la propria lingua, (che vergognosamente non si sa che da pochissimi), e si faranno esercitare nei doveri di religione conoscendola da sodi principj.

Dalla scuola di Coen uscirono diversi rabbini, tra cui merita di essere ricordato in particolare David Jacob Maroni (1810-1888) che molti anni più tardi, nel 1860 sarebbe diventato Rabbino maggiore di Firenze.

Del 1808 è il Trattato de' tropi e delle figure, del 1811 il Ma‘aneh ha-lašon, ovvero il Vocabolario compendioso Ebraico-Italiano utilizzato proprio nella sua scuola.

Nomenclatore ebraico-italiano a comodo dei fanciulli, 1811. Biblioteca Panizzi, misc. Regg. 15 -I-345

Nel 1825 si trasferisce a Firenze come rabbino della comunità.
Negli ultimi anni della sua vita la salute peggiora, costringendolo a cedere la gestione della casa editrice al figlio Sansone. Quest’ultimo si discosta dall’eredità paterna, dedicandosi prevalentemente a pubblicazioni in lingua italiana. Tra le 132 edizioni a suo nome, poche sono opere in ambito ebraico.
Anania Coen muore il 29 marzo 1834, all’età di 76 anni.

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