In questi chiostri transitarono migliaia di giovani per la coscrizione militare obbligatoria come stabilita dal Regno d'Italia nel 1862. Da qui, durante le campagne coloniali del regime fascista e in seguito all'ingresso dell'Italia nel secondo conflitto mondiale, partirono le famigerate "cartoline rosa" ai giovani reggiani chiamati per il servizio militare e la guerra.
Storie di ragazzi che spesso non fecero ritorno.
INAUGURAZIONE DEL SACRARIO MILITARE ALL'INTERNO DEL DISTRETTO
ALBUM FOTOGRAFICO DEL MUSEO DELL'ARMA DI CAVALLERIA, REGGIO EMILIA 1937
CHIOSTRI DI SAN PIETRO
FOTOTECA BIBLIOTECA PANIZZI, FONDO IVANO BURANI, FOTO RENZO VAIANI, REGGIO EMILIA 1960
L'ex complesso dei Chiostri benedettini di San Pietro è costituito dalla attuale chiesa di San Pietro e da due chiostri. Fra questi edifici sorge quella che nel periodo dell'Unita' d'Italia divenne la sede del Distretto militare in cui transitarono tutti i cittadini maschi per la coscrizione militare obbligatoria, stabilita dal Regno d'Italia nel 1862.
CARTOLINA ROSA
ALBI DELLA MEMORIA ISTORECO
CARTOLINA ROSA
ALBI DELLA MEMORIA ISTORECO
Da qui, durante le campagne coloniali del regime fascista e in seguito all'ingresso dell'Italia nel secondo conflitto mondiale partono le chiamate per i giovani reggiani, le 'cartoline rosa', per il servizio militare di leva ordinaria e per i richiami eccezionali.
Durante la notte dell'occupazione nazista fra l'8 e 9 settembre 1943 il 57° Distretto Militare di Reggio Emilia era difeso solo da una Compagnia distrettuale di circa duecento militari. La richiesta tedesca di resa fu dunque presto accettata dal comandante ad interim col. Cibelli e così, poco dopo le 2 di notte, il primo carro "Tigre" entrò nel cortile.
Eludendo la sorveglianza delle SS molti militari in abiti borghesi fuggirono calandosi dalle finestre degli uffici o dai tetti verso la chiesa di San Pietro.
Intanto il Distretto diveniva luogo di concentramento per i bersaglieri e altri soldati catturati in città.
AUTORITRATTO CON CAPPELLO, OLIO SU TAVOLA, REGGIO EMILIA 1946 CA.
GUERRINO FRANZINI "FRIGIO", PROTAGONISTA DI UNA ROCAMBOLESCA FUGA DAL DISTRETTO PER SFUGGIRE ALL'ESERCITO TEDESCO. NEL DOPOGUERRA STORICO DELLA RESISTENZA E TRA I FONDATORI DELL'ISTITUTO STORICO
SACRARIO MILITARE ALL'INTERNO DEL DISTRETTO
ALBUM FOTOGRAFICO DEL MUSEO DELL'ARMA DI CAVALLERIA, REGGIO EMILIA 1937
Trasferito il Distretto militare a Modena il 14 agosto 1945, attualmente il luogo e' sede del Museo dell'Arma di Cavalleria.
Oggi gli attigui Chiostri di San Pietro, dopo notevole restauro, ospitano manifestazioni culturali, concerti e mostre.
DISTRETTO MILITARE INGRESSO DA VIA EMILIA SAN PIETRO
FOTOTECA ISTORECO, FOTO ANDREA MAINARDI, REGGIO EMILIA 2018
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