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1938-2008

Refettorio nuovo

Da Calvino a Carlo Levi, gli intellettuali visitano le Reggiane occupate

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Nel momento della ricostruzione dopo il secondo conflitto, era evidente il bisogno della classe lavoratrice di assumere un ruolo di rilievo nelle decisioni che la riguardavano, di far sentire la propria voce. I lavoratori di ogni parte d’Italia, insieme alla CGIL di Di Vittorio e il “Piano del lavoro”, iniziano un dialogo che porterà a nuove idee e pratiche democratiche. Tra occupazioni e forme di protesta creative prendeva vita una nuova fase della storia italiana.

L'artista Renato Guttuso in visita alle Reggiane occupate. Fototeca Istoreco, Reggio Emilia 16 aprile 1951.

Facciata laterale dell'edificio in cui si trovava il refettorio. Fototeca Istoreco, foto Andrea Mainardi, Reggio Emilia 2021.

Un uomo fa volantinaggio all'uscita della fabbrica. Archivio storico della CGIL Nazionale, Roma primi anni '50 

L'edificio del refettorio rappresenta pienamente le fasi di lotta, occupazione e della vita di lavoratori e lavoratrici delle Reggiane. Qui si tenevano riunioni, comizi e confronti cruciali sul ruolo che i lavoratori stavano conquistando.

La lotta delle Reggiane rappresenta un momento cardine nell’affermazione di un punto di vista autonomo degli operai su problemi territoriali e nazionali. Si viene a costituire una visione comune scaturita da un dibattito democratico su come affrontare gli sviluppi economici e sociali, creare occupazione, impedire licenziamenti di massa, migliorare le condizioni di lavoro e rafforzare il potere dei lavoratori stessi, sia dell’industria che dell’agricoltura.

Un particolare dell'immenso refettorio nuovo delle Reggiane durante il pranzo di Pasqua offerto dalla solidarietà popolare che da 6 mesi sostiene la mensa aziendale per circa 4 mila lavoratori. Archivio storico della CGIL Nazionale, Roma 1951

camion offerte occupazione reggiane

Un camion con offerte per gli occupanti. Archivio storico della CGIL Nazionale, Roma 1950
 


Intorno a questo evento sono nate alleanze e forme di sostegno che trascendono classi sociali e confini territoriali, capaci di coinvolgere il mondo della cultura e che hanno portato a forme di protesta creative come lo sciopero alla rovescia, le colonne mute, le forme della solidarietà e i comizi volanti.

incontro operai intellettuali

Nel corso dell'occupazione delle Reggiane un incontro fra operai e intellettuali. Archivio fotografico Camera del Lavoro di Reggio Emilia, 16 aprile 1951. 


I lavoratori e lavoratrici delle Reggiane hanno dato vita a un evento centrale di una fase di mobilitazione che, insieme alla CGIL di Di Vittorio e il “Piano del lavoro”, tentava di affermare una ricostruzione che includesse tutti nelle decisioni economiche, a partire dai luoghi e dalle modalità di lavoro. Un tentativo per affermare nel nostro Paese una ricostruzione che non riducesse i lavoratori a meri spettatori di decisioni unilaterali dei “poteri economici forti”.

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