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1950-1951

Cavo Fiuma

Nelle campagne tra Boretto e Gualtieri, Bleki racconta della solidarietà tra braccianti e operai

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L’alleanza tra braccianti agricoli e operai permette ai lavoratori di lottare insieme per il diritto al lavoro. Una protesta pacifica e determinata conto cui la polizia potrà fare ben poco, se non danneggiando e sequestrando le biciclette dei manifestanti. Un’altra pagina dal diario di Beki che racconta di solidarietà e di obiettivi comuni.   

Cavo Fiuma nei pressi di Boretto. Manifestazione di solidarietà tra operai della Officine Meccaniche Reggiane e i braccianti in sciopero. Archivio fotografico della Camera del Lavoro di Reggio Emilia, 18 aprile 1951.   

Cavo Fiuma nei pressi di Boretto. Fototeca Istoreco, foto Andrea Mainardi, Reggio Emilia 2021 

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Cavo Fiuma nei pressi di Boretto. Manifestazione di solidarietà tra operai della Officine Meccaniche Reggiane e i braccianti in sciopero. Fototeca Istoreco, Reggio Emilia, 18 aprile 1951. 


“Il 18 aprile 1951 circa 1.800 operai delle "Reggiane" sono andati sul Cavo Fiuma a portare la nostra parola solidale a quei braccianti in lotta per avere anche loro il lavoro. [...] La nostra colonna è arrivata al Cavo Fiuma senza trovare ostacoli per la via, mentre altre sono state più volte attaccate dai carabinieri che uscivano con la più brutale rabbia picchiando col calcio del fucile operai e biciclette per obbedire agli ordini dei loro superiori e per dar sfogo al loro odio verso gli operai. [...] 

Qui i carabinieri trovandosi nella impossibilità di mandar via circa 6.000 persone, si sfogarono contro le biciclette degli operai cominciando ad ammucchiarle l'una sull'altra con metodo, poi caricate su una camionetta le trasportavano fin sulla strada, qui venivano di nuovo buttate a terra e poi caricate e portate nella caserma dei carabinieri.   

Biciclette dei manifestanti distrutte dalle ruote della camionette della polizia. Archivio fotografico della Camera del Lavoro di Reggio Emilia, 18 aprile 1951.   

Due momenti durante la manifestazione di solidarietà tra operai della Officine Meccaniche Reggiane e i braccianti in sciopero. Archivio fotografico della Camera del Lavoro di Reggio Emilia, 18 aprile 1951.   

Verso le 14 arrivò il compagno Sacchetti il quale teneva un breve comizio ai braccianti e operai più saldamente uniti: "Questo è il fattore più importante: la borghesia non potrà più usare una determinata categoria contro un'altra per vivere imperitura [...]". Al termine dei comizi ogni bracciante con la sua bicicletta portava un operaio verso Reggio in una colonna lunga e magnifica di unità e di decisione di continuare il cammino intrapreso, altri prendevano il treno, altri ancora l'autobus, così in un modo o nell'altro tutti rientravano alla base”.

Testi citati da: ll diario di `Bleki` (Sergio Iori): a 100 anni dalla nascita della FIOM CGIL. 1901-2001: a 50 anni dall'occupazione delle Reggiane, 1951-2001. Ed. Teorema, Reggio Emilia 2001. 
 

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